Tempi caldi, guerra fredda
Monthly House View - Agosto Settembre 2025 - Cliccando qui
Mentre le tensioni commerciali si intensificano quest’estate, l’attualità rimane incandescente. Nel giro di un anno, il tasso effettivo dei dazi doganali statunitensi è esploso, passando dal 2,5% a circa il 15%, e questo ancor prima dell’entrata in vigore di nuove ondate previste per l’estate. Qual è il risultato? Una doppia penalizzazione per i consumatori americani: prezzi più alti sui prodotti importati, sia a causa dei dazi doganali sia, in misura minore, della svalutazione del dollaro. Questa pressione si traduce in un’inflazione in aumento, che ha raggiunto il 2,7% a giugno, con un’accelerazione prevista nei prossimi mesi, anche se meno marcata rispetto alle previsioni iniziali.
Sul fronte geopolitico, gli Stati Uniti intensificano la loro offensiva commerciale verso il Sud-Est asiatico. Alcuni Paesi della regione sono ora soggetti a dazi doganali che possono arrivare fino al 40%, un colpo indiretto alla catena di approvvigionamento cinese. Al centro dell’attenzione c’è il fenomeno del Transshipment, una pratica in cui merci prevalentemente fabbricate in Cina transitano attraverso un Paese terzo prima di essere esportate negli Stati Uniti. La dinamica del Vietnam ne è un esempio: approfittando delle tensioni sino-americane, il Paese ha visto la sua produzione manifatturiera crescere del 70% in otto anni, con una correlazione quasi perfetta tra l’aumento delle sue importazioni dalla Cina e l’esplosione delle sue esportazioni verso gli Stati Uniti.
Andando oltre, Donald Trump punta il dito contro i Paesi allineati alle politiche “anti-americane” dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). La minaccia? Dazi doganali aggiuntivi per chi sostiene iniziative come BRICS Pay, un sistema di pagamento internazionale basato su blockchain che mira ad aggirare SWIFT e a privilegiare le valute locali. Donald Trump ha dichiarato: “Se il dollaro perdesse lo stato divaluta di riserva mondiale, sarebbe come perdere una guerra mondiale”. In questo contesto geopolitico teso, seguiremo con attenzione la quarta conferenza sul ruolo internazionale del dollaro, organizzata dalla Federal Reserve (Fed), che si terrà il 25 ed il 26 settembre a New York. Tra i temi in agenda, un focus sui pagamenti transfrontalieri.
Contemporaneamente, Donald Trump alza i toni sul conflitto in Ucraina. Minaccia di imporre dazi “secondari” del 100% se non si raggiungerà un cessate il fuoco entro il 2 settembre. Queste sanzioni, la cui implementazione pone diversi interrogativi, potrebbero colpire il settore energetico, come il petrolio, prendendo di mira i principali partner commerciali della Russia, in particolare Cina e India.
Donald Trump, in cerca del Premio Nobel per la Pace, mostra un volto duplice: da un lato, promuove la fine dei conflitti aperti; dall’altro, accelera una nuova guerra fredda con la Cina. La constatazione è chiara: la supremazia americana e quella del dollaro sono minacciate. Ma la sua risposta, centrata su massicci dazi doganali, potrebbe rivelarsi controproducente, colpendo in primo luogo il portafoglio degli americani. Il “One Big Beautiful Bill Act”1 punta a ridare slancio all’economia statunitense, ma i ricavi generati dai dazi rischiano di essere insufficienti per placare le preoccupazioni degli investitori riguardo alla finanza pubblica americana.
Tuttavia, l’economia globale, così come quella degli Stati Uniti, rimane solida. Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), solo il 5% dei Paesi nel mondo è minacciato da una recessione, un livello storicamente basso che non veniva raggiunto dal 2007. Anche il tasso di disoccupazione nei Paesi OCSE ha raggiunto un minimo storico del 5%, mentre i profitti aziendali sono cresciuti del 7% su base annua nel primo trimestre, portando i mercati azionari a nuovi massimi nella maggior parte delle economie avanzate.
In questa edizione, vi invitiamo a esplorare più a fondo il tema delle tensioni fiscali negli Stati Uniti e a concentrarvi sull’Europa, con un’analisi sulle sfide della produttività e sul futuro della moneta unica, mentre l’Area Euro si prepara ad accogliere il suo 21° membro: la Bulgaria.
1 - In italiano: Grande e Bellissimo Atto Legislativo.
Monthly House View, 23.07.2025. - Excerpt of the Editorial

06 agosto 2025