All a ricerca di rendimenti resilienti

28 aprile 2022

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Nelle scorse settimane i mercati sono passati con rapidità dal timore per una correzione causata dallo scoppio del conflitto in Ucraina alla paura di un’inflazione persistentemente elevata, tale da indurre le banche centrali ad accelerare gli aumenti dei tassi. Le curve dei rendimenti riflettono con precisione il rischio di un rallentamento indotto da un’impennata dell’inflazione, con un conseguente ciclo rialzista aggressivo ma di breve durata, seguito da tagli a partire dal 2024 se non prima.

In un simile contesto gli investitori potrebbero perdere l’orientamento. In primo luogo, perché devono imparare a mettere da parte le performance nominali e concentrarsi invece sulla ricerca di rendimenti reali positivi al netto dell’inflazione prevista nei prossimi anni. In secondo luogo perché questi rendimenti futuri si basano su ipotesi di crescita e margini mandate in frantumi dallo scenario emergente. Infine, perché nell’attuale congiuntura il ricorso a benchmark ed alla gestione passiva degli indici è di scarsa utilità, in particolare quando i mercati azionari ed obbligazionari inviano segnali alquanto contrastanti, tra resilienza della crescita e dei margini da un lato e rischio di recessione dall’altro.

Cambiare mentalità può rivelarsi difficile per gli investitori. Potrebbero dover abbandonare lo stile d’investimento vincente nell’ultimo decennio (azioni Growth) ed assumersi tutte le conseguenze della nuova strategia, abbandonando al contempo il quadro impiegato negli scorsi anni ed esemplificato da tassi di interesse non più in territorio negativo. Le banche centrali hanno rivisto i loro modelli nell’arco di qualche settimana e hanno posto la lotta all’inflazione in cima alle proprie priorità. Il “Greenspan put” è ormai un lontano ricordo e, in questo frangente, le banche centrali forniranno ai mercati un minore sostegno. La riduzione del bilancio della Fed presenta molte incognite; al riguardo sono disponibili pochi precedenti nella storia monetaria. Questo rende difficile immaginare tassi a lungo termine su livelli molto diversi da quelli del periodo iniziato con la pandemia.

Cambiare mentalità può anche essere svantaggioso sul breve periodo, sia da un punto di vista psicologico (mettere in dubbio convinzioni ed abitudini suffragate da 10 anni di performance) sia finanziario (ammettere che è giunta l’ora di vendere posizioni in perdita in vista di un riposizionamento), ma redditizio nel lungo periodo. Per quanto l’odierno contesto differisca sotto molteplici aspetti da quello degli anni Settanta, non è ancora chiaro come identificare le classi di attivi finanziari che meglio sapranno resistere ad un regime inflazionistico più sostenuto di quello atteso dal consenso.

Le azioni con elevati dividendi ed il debito high yield sembrano essere i principali indiziati. Nei prossimi cinque anni i loro rendimenti dovrebbero superare l’inflazione media. Tuttavia, le imprese capaci di assicurare la durata, la sostenibilità e la crescita di questi rendimenti, senza essere penalizzate dal declino dei margini, da un debito eccessivo o da esigenze di investimenti non autofinanziati, mancano tuttora all’appello. Tale analisi incentrata su resilienza e qualità dovrebbe permettere ai portafogli di comportarsi bene in tutti gli scenari, come un’imbarcazione progettata per navigare in acque tranquille come pure in mare mosso. Nell’universo delle obbligazioni corporate, è ancora necessario dare prova di selettività, in ragione dello shock energetico asimmetrico che ha messo a nudo la forte dipendenza dal gas russo di alcuni Paesi e settori.

La ricerca di rendimenti intrinseci resilienti nel medio periodo, perseguibile a prescindere dal quadro economico o monetario, dovrebbe quindi avere la precedenza sulla ricerca di performance degli indici nell’immediato futuro. Quest’ultima è maggiormente influenzata dalla direzione che seguono sul breve termine gli indici di fiducia, i rischi geopolitici e le comunicazioni delle banche centrali. Il primo banco di prova sarà la stagione degli utili, in programma nel mese e preceduta da revisioni delle attese sorprendentemente positive nonostante il difficile contesto per le società.

 

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Monthly House View, pubblicato il 22/04/2022 - Estratto dall'Editoriale

28 aprile 2022

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