Globa Outlook 2026: La grande ricalibrazione

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Quando abbiamo intitolato il nostro Global Outlook 2025 "Un mondo in trasformazione", sapevamo che il cambiamento fosse in atto, ma non avremmo mai potuto prevedere la velocità con cui questa trasformazione si sarebbe manifestata. Ora, guardando al 2026, una cosa è chiara: è necessaria una ricalibrazione su tutti i fronti. Le banche centrali devono ripensare la politica monetaria, i governi devono affrontare i deficit, le aziende devono afinare le loro strategie di investimento, gli impianti energetici devono adattarsi alle esigenze dell’intelligenza artificiale (IA) e della sostenibilità, e noi, in qualità di gestori patrimoniali, dobbiamo adeguare l'allocazione degli asset a questo panorama in evoluzione.


DEGLOBALIZZAZIONE VS. GLOBALIZZAZIONE SENZA GLI STATI UNITI

Negli ultimi anni, il commercio globale ha raggiunto un plateau, guidato da una convergenza di fattori: interruzioni delle catene di approvvigionamento, incertezze geopolitiche e, naturalmente, i dazi statunitensi. Tuttavia, l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) prevede una crescita del commercio globale del 2,4% nel 2025—sebbene più lenta rispetto al 2,8% del 2024—prima di una brusca decelerazione fino a solo lo 0,5% nel 2026 a causa di un'incertezza "senza precedenti" sulle politiche commerciali. Queste cifre possono sembrare controintuitive, considerando le narrazioni prevalenti sulla deglobalizzazione.
La verità, però, non riguarda tanto la deglobalizzazione quanto una ricalibrazione. Il commercio globale non si sta riducendo: si sta evolvendo. Gli investimenti nell'IA stanno fornendo un impulso significativo, con l'Asia che guida il cambiamento mentre gli Stati Uniti si confrontano con restrizioni all'esportazione. Corea del Sud, Taiwan e Cina stanno diventando attori sempre più importanti in questa ricalibrazione guidata dall'IA. Nel frattempo, gli Stati Uniti si concentrano sul reshoring, cercando di ridurre il loro deficit commerciale riportando manifattura e investimenti sul territorio nazionale.
Mentre gli Stati Uniti si ritirano, sta emergendo una nuova ondata di globalizzazione senza di loro. La Cina sta intensificando i propri sforzi per rivaleggiare con l'influenza americana, stringendo accordi commerciali e partnership di investimento in Africa, America Latina e in tutta l'Asia. Insieme, queste regioni rappresentano l'85% della popolazione globale—una cifra impressionante che sottolinea la portata di questa ricalibrazione.

 

DE-DOLLARIZZAZIONE VS. UN NUOVO ORDINE VALUTARIO

Come spesso si ritiene abbia affermato Henry Kissinger: "Chi controlla la valuta controlla il mondo". Per decenni, gli investitori internazionali hanno riversato trilioni in asset statunitensi, spesso senza considerare il rischio valutario. Ma il 2025 ha segnato un punto di svolta. Sebbene l'amministrazione statunitense non stia esplicitamente promuovendo un dollaro più debole, sta chiedendo un riallineamento delle dinamiche valutarie, citando la manipolazione come un ostacolo alla concorrenza leale. L'ironia? Le stesse nazioni che finanziano i deficit statunitensi si rendono ora conto di possedere un'eccessiva quantità di  dollari.
Il ruolo sproporzionato del dollaro statunitense nel commercio globale, nelle riserve e nei mercati valutari sta affrontando sfide crescenti. Tre temi emergenti stanno ridefinendo le dinamiche valutarie e potrebbero delineare il prossimo decennio: 

  • In primo luogo, le banche centrali stanno intensificando le proprie strategie di diversificazione. Il 2025 ha segnato il quarto anno consecutivo di acquisti massicci di oro, segnalando una chiara intenzione di ridurre la dipendenza dal dollaro. 
  • In secondo luogo, la Cina sta cercando di posizionare il renminbi come un'alternativa valida per il commercio internazionale e le riserve. Gli accordi commerciali bilaterali e le partnership finanziarie stanno proliferando, con il Kenya come esempio notevole—il Paese ha recentemente proposto l'emissione di debito in renminbi, dimezzando i propri costi di finanziamento. Altri Paesi in via di sviluppo probabilmente seguiranno questo esempio.
  • In terzo luogo, gli investitori stanno adeguando i propri portafogli per proteggersi dalla debolezza del dollaro. Il forte aumento delle coperture valutarie riflette una rivalutazione più ampia dell'esposizione al dollaro. Sebbene gli asset statunitensi rimangano attraenti, gli investitori stanno ricalibrando il loro approccio per mitigare il rischio valutario. Ci si aspetta che questa tendenza acceleri nel 2026, man mano che i portafogli globali subiranno ulteriori aggiustamenti.

 

DEFICIT VS. INVESTIMENTI

I crescenti deficit dei governi occidentali restano una preoccupazione centrale. L'Ufficio del Bilancio del  Congresso degli Stati Uniti stima che il debito totale degli Stati Uniti raggiungerà i 53 trilioni di dollari entro il 2035. I dazi potrebbero offrire una soluzione a breve termine, con il Budget Lab di Yale che prevede 2,4 trilioni di dollari di entrate tariffarie nel prossimo decennio, ma questo approccio è pieno di incertezze ed è ben lontano dall'essere una soluzione sostenibile.
Nel frattempo, la Germania sta adottando una strategia audace, impegnandosi a investire 1 trilione di euro nel prossimo decennio. Invece di concentrarsi esclusivamente sui deficit, sta rimodulando la politica fiscale per dare priorità a infrastrutture, tecnologia e autonomia strategica europea. Questo approccio lungimirante non solo è ben accolto, ma anche necessario, poiché pone le basi per una crescita a lungo termine e per l'autonomia strategica.
Anche i mercati dei capitali stanno subendo una trasformazione simile. Per la prima volta, l'emissione di "Yankee debt" (debito denominato in dollari statu­nitensi emesso da aziende non statunitensi) sta rallentando, mentre l'emissione di "reverse Yankee debt" (debito denominato in euro emesso da aziende statunitensi) è in aumento. Questo rappresenta un'importante opportunità per l'Europa di affermare un ruolo più forte sui mercati dei capitali globali. La spesa strategica dei governi in progetti a lungo termine attrarrà investimenti privati, creando un ciclo virtuoso di crescita e riaggiustamento.


GUARDANDO AL FUTURO

Vi invitiamo a scoprire le considerazioni del nostro Chief Market Strategist, Jérôme van der Bruggen, nella prossima sezione, dove illustrerà i nostri messaggi chiave per il 2026. Non perdetevi la nostra rubrica "Le 10 sorprese per il 2026", in cui i responsabili degli investimenti della nostra rete internazionale condividono le loro prospettive su potenziali shock—sia positivi che negativi—e le loro implicazioni per le strategie di portafoglio.
Questa nuova edizione del Global Outlook è pensata per essere una risorsa preziosa, che vi aiuti a ricalibrare le vostre prospettive e a modellare il vostro portafoglio in un panorama di investimenti in continua evoluzione. Insieme, possiamo affrontare le comples-sità di questo affascinante mondo di trasformazione e opportunità.
Vi auguro una piacevole lettura di questa nuova edizione del Global Outlook.
 

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08 dicembre 2025

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